Labrys Dragon
See you in Valhalla
Labryis Dragon perché i due principali riferimenti simbolici presenti in questo emblema sono l’Ascia Bipenne (o Labrys, Pelekys o ancora Sagaris ) e il Drago.
L’intenzione del mio cuore, mentre disegnavo, era dar vita ad un talismano potente che al solo sguardo facesse vibrare la parte di DNA che sa… Che sprigionasse l’energia necessaria a supportarci e guidarci verso una precisa direzione: riconosci il tuo drago, abbatti il muro che lo cela, conoscilo, domalo, montagli in groppa e vola via perché la tua libertà è il tesoro che custodisce.
L’Ascia Bipenne rappresenta la volontà attiva di costruire un futuro luminoso e armonico con la nostra essenza; brandiscila e sarai il costruttore di questo domani.
Un costruttore capace di modificare il presente in funzione di un intento, come i frutti dei rapporti sessuali di Zeus che modificavano l’oggettività in cui gli Esseri della Natura costruivano il Dio dentro di loro.
Non a caso L’Ascia Bipenne a livello religioso è associata ad una delle divinità più antiche e importanti della religione romana, latina e italica ovvero Giano, il Dio che può guardare il futuro e il passato infatti le due lame sono una rivolta una al passato e l’altra al futuro, brandite nel centro dal fulmine nel/del presente.
Nel mio Talismano lame e fulmine diventano corpo del Drago… per lo più simbolo della vigorosa forza del male da superare o del nemico da abbattere in Occidente, ma anche, come in Oriente, simbolo delle forze creative e benefiche, collegate anche alla simbologia del serpente. In particolare in Cina esso rappresenta il principio maschile Yang dell’ordine cosmico, la creatività, il dinamismo, la forza di muovere gli eventi. Altro riferimento è la Runa Sovulo che si ripete creando graficamente i fulmini. Vibrazione dell’Unico Suono Primordiale, Sovulo è la Luce per eccellenza, la luce della Conoscenza che illumina senza scampo, anche il fulmine che incenerisce… è pura Potenza che dall’alto piomba a terra.
Il Drago è quindi il simbolo di tutte le energie creative -anche se potenzialmente pericolose- della natura: il potere distruttivo del bene, bianco e nero, il bene nel male e viceversa ed è collegato all’acqua, ambiente in cui vive, quindi in sciamanesimo, al lasciar fluire…
Nelle leggende e nei racconti mitologici i Draghi abitano spesso in fortezze quasi inespugnabili site in territori impervi, in cima ad altissime montagne, difficilmente raggiungibili dagli uomini e sono a guardia di inestimabili tesori che oltre al mero oro o preziosi monili, possono rappresentare una conoscenza arcaica -di valore assoluto- destinata a pochi coraggiosi, i famigerati eroi. Una conoscenza anche molto collegata al controllo dell’energia sessuale, l’elemento che dona vita, morte e conoscenza nel Creato.
In molte tradizioni per essere dichiarato tale, l’Eroe (la parola eroe ha la radice del suo nome in Eros, il dio dell’amore e quindi della sessualità) deve affrontare il Drago che lo può annientare oppure donargli immense ricchezze e preziose conoscenze altrimenti impossibili da raggiungere.
Il lato oscuro di noi rimane quasi sempre celato, ignorato o rinnegato, ma chi osa entrare nella grotta affrontandone le tenebre, riconosce l’esistenza di queste forze oscure, e, dopo averle dominate, può trarne forza, può trasformarle in luce, così l’eroe che vince il drago, esce da quell’esperienza accresciuto in conoscenza gloria e onore.
Il Drago è evoluzione. E’ il serpente che da terra, mette le ali e conquista il cielo. E’ l’unione dei 5 elementi, è un’altra faccia della Sfinge.
Eroe è chiunque di noi osi affrontare il suo Drago (sinonimo e ponte per l’elevazione): attingendo strumenti dal suo passato per espugnare la fortezza e costruire il suo nuovo prosperoso futuro.
L’eroe è un guerriero e noi guerrieri siamo destinati al paradiso, a bridare vittoriosi con i nostri corni pieni di idromele! Skull! … See you in Valhalla!